Divisione Laboratorio

03 Set 5 cose che avrei voluto sapere quando lavoravo in laboratorio

Dopo aver trascorso 11 anni della mia vita pipettando felicemente, ora lavoro in qualità di Product Manager per strumenti per il dosaggio liquidi, incluse le micropipette. Ero convinta di sapere molte cose in merito a questi strumenti, ma, accidenti, quanto mi sbagliavo! Qui condivido alcune delle mie riflessioni sul perché sarebbe stato bello trascorrere più tempo a comprendere le potenzialità del mio cavallo di battaglia, vale a dire la mia pipetta.

Ho sempre visto la pipetta come il mio alleato, come un facilitatore di tutti i miei esperimenti, ma mai mi sono fermata a considerare come la pipetta stessa funzionasse effettivamente. A mia discolpa, dovrei menzionare che sono una donna alla quale è capitato di vivere e lavorare in un ambiente privilegiato. I laboratori dove ho lavorato non hanno mai dovuto preoccuparsi dei mezzi finanziari e quando una pipetta si rompeva o improvvisamente smetteva di funzionare (ops, qualcosa ha ostruito lo stantuffo!), noi la mettevamo semplicemente da parte. E quando la contaminazione degli acidi nucleici produceva bande inattese su di un gel, la pipetta veniva relegata in un cassetto, in attesa di una ispezione ulteriore, da effettuare in un momento di tranquillità (che ovviamente non sarebbe mai giunto perché nel laboratorio c’era sempre quell’esperimento più importante da eseguire…).   

Quindi, quali sono le 5 cose che ho imparato ora e che sarebbe stato meglio sapere prima?

  1. Sul mercato sono disponibili pipette che consentono la regolazione della lunghezza dell’asta, eliminando il problema frustrante di non essere in grado di espellere un puntale. Ciò risulta essere particolarmente rilevante se gli acquisti dei puntali sono centralizzati e improvvisamente i nuovi puntali hanno un collo troppo corto per raggiungere l’espulsore.
  2. Smontare una pipetta non la farà esplodere. Ed è sempre possibile rimontarla. Guide rapide e video con tutorial sono ampiamente diffusi e molto probabilmente c’è anche un’assistenza locale che può aiutare (proprio come un negozio di biciclette può sostituire la camera d’aria quando pensavi di poter fare da te salvo poi realizzare di non essere in grado di montare nuovamente la gomma).
  3. Puoi affrontare il costo della riparazione di una pipetta e le parti di ricambio sono disponibili per essere acquistate separatamente. Il costo per la sostituzione di un O-ring (un minuscolo anello in una gomma speciale ed il primo sospettato allorquando la tenuta della pipetta è inadeguata) è cento volte inferiore all’acquisto di un nuovo strumento.
  4. La ricalibrazione non è necessaria dopo aver disassemblato una pipetta che dev’essere pulita. Tuttavia, una buona pratica potrebbe essere quella di stabilire regole in laboratorio in merito a ispezioni regolari del parco pipette (ad esempio una volta all’anno). Ricorda: se hai sostituito parti chiavi quali stantuffo o fusto, la ricalibrazione è indispensabile!
  5. Spesso, è possibile autoclavare l’intera pipetta. Questo può aiutare a risolvere alcune criticità di risultati inattesi che sono originate dalla pipetta contaminata e può essere altresì utile se si desidera preparare lo strumento per un lavoro sterile.

Ora comprendo che le riparazioni avrebbero potuto essere molto semplici e vantaggiose da un punto di vista economico, per non parlare del fatto che ci avrebbero evitato la vista di tutte quelle tristi pipette abbandonate, destinate a divenire scarti invece di essere utilizzate per ancora molti anni. Sono felice di rilevare che la nuova generazione di ricercatori è più consapevole dell’impatto ambientale del consumismo dell’industria della ricerca scientifica e sostiene la sostenibilità e il rispetto verso la natura e le sue risorse. Guardo al futuro con speranza.

La speranza è altresì presente quando vedo i produttori trattare tali questioni più seriamente, mentre fanno del loro meglio per sviluppare soluzioni che limiteranno la produzione di rifiuti in plastica, incoraggiano la riparazione in alternativa alla sostituzione e diffondono più plastiche eco-friendly che di disintegreranno in X e non in Y anni. Sebbene io faccia fatica a immaginare un laboratorio di ricerca privo di plastica – in particolare considerando le plastiche monouso – non vedo l’ora di vedere cosa il futuro ha in serbo per tutti noi.  

Tutto questo per dire che prendersi cura della propria strumentazione di laboratorio è importante. Anche se ciò comporta dedicare un po’ di tempo, sono convinta che si tratti di una valida riflessione che ogni laboratorio di ricerca dovrebbe condurre. Assicurarsi che le apparecchiature piccole e grandi funzionino e tenere traccia delle calibrazioni e dei controlli preventivi è senza dubbio un piccolo prezzo da pagare in confronto al costo di nuova strumentazione. E potrebbe essere un nuovo compito per un responsabile di laboratorio, poiché attualmente la posizione sta diventando sempre più popolare nei laboratori di ricerca (evviva!).

Fateci sapere cosa ne pensate o se disponete di altre competenze tecniche sulle pipette che non abbiamo evidenziato. Buona fortuna a tutti voi nelle vostre attività di ricerca!


AnnaDa Anna Anchimiuk, PhD
Responsabile di prodotto per dispositivi per il dosaggio liquidi di piccoli volumi e ricercatrice scientifica nel cuore. Disponendo di un vasto background in microbiologia, biochimica e biologia molecolare, Anna usa abilmente la sua esperienza globale in laboratorio per aiutare gli utilizzatori a comprendere appieno e impiegare al meglio i loro strumenti di laboratorio per conseguire risultati ottimali.

 

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Ultima modifica il Mercoledì, 04 Settembre 2024 09:01